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  • Immagine del redattoreAvvocato Bruno Voena

Fino a quale età bisogna mantenere il figlio maggiorenne?

Aggiornamento: 9 nov 2020


Un interrogativo che si pongono molti genitori e che trova risposta in ormai numerose pronunce della Suprema Corte, anche se con risvolti assai diversi nei singoli casi.


Il dovere di mantenere, istruire ed educare le prole è sancito dall’art. 30 della Costituzione e dall’art. 147 c.c..

Tale dovere non viene necessariamente meno al compimento del diciottesimo anno di età dei figli, anzi, sempre più spesso, i genitori sono giuridicamente vincolati a contribuire al mantenimento dei figli, considerato che il parametro di riferimento è l’autosufficienza economica tale da consentire di provvedere autonomamente alle proprie esigenze di vita.


Tuttavia, il mantenimento non è più dovuto qualora il figlio assuma una condotta negligente o approfitti della condizione di agio garantita dal genitore, ad esempio rifiutando valide offerte di lavoro (Cass. n. 7970/2013 - Cass. n. 610/2012).


La Cassazione ha recentemente statuito che l'effettivo ingresso nel mondo del lavoro e l’acquisizione di una capacità lavorativa tale da assicurare una retribuzione stabile, consentono di riconoscere la fine dell'obbligo di contribuzione da parte del genitore (Cassazione, ordinanza 19696/2019). Inoltre, la distanza temporale dal completamento del percorso di studi, l'età raggiunta e il tenore di vita di cui gode il figlio sono valutati come parametri oggettivi di giudizio.


Con esito differente, l’ordinanza Cass. Civ. 19135/2019, ha disposto a carico di un padre l’obbligo di versare l’assegno di mantenimento nei confronti della figlia trentenne avvocato. I giudici hanno ritenuto che il redditoassai modesto – della giovane avvocata non fosse sufficiente a garantirle l’autosufficienza economica.

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